Il 26 settembre 2008, al Primo Convegno Nazionale di Psicologia Giuridica, organizzato dalla neonata Società di Psicologia Giuridica, ho tenuto un intervento in voce nell’ambito del simposio “Abuso sessuale: analisi epistemologiche, diagnostiche, psicologiche e forensi“:
- Lo Priore, C.,”Una proposta pragmatica e deontologica per la psicodiagnosi nei casi di presunto abuso sessuale collettivo: il Protocollo a Doppia Valutazione Alternativa (PDVA)”
E’ stata l’occasione per presentare per la prima volta il PDVA, una bozza di “Protocollo a Doppia Valutazione Alternativa”, mirato a fornire una guida deontologica e metodologica per le valutazioni da parte dello psicologo o del neuropsichiatra, in casi di minori oggetto di presunto abuso sessuale di tipo collettivo (PASC, ovvero gruppo di presunti abusanti e gruppo di minori presunte vittime).
L’idea è originata in alcune feconde discussioni attorno al Convegno di San Servolo (2007) e l’argomentazione prende le mosse: a) dalla critica ad un breve passaggio del comma 5 della Carta di Noto; b) dall’esigenza imprescindibile di tenere in considerazione tre vincoli metodologici intrecciati, che in simili casi determinano di fatto la paralisi di ogni possibilità di azione psicologica scevra da responsabilità e rischi.
Su questi presupposti, il PDVA prevede che nei casi di presunto abuso collettivo, ogni valutazione di tipo psicologico o neuropsichiatrico (soprattutto in ambito socio-sanitario, ma estensibile anche all’ambito peritale) non possa che essere redatta in duplice versione: una che dia per avvenuto l’abuso ed una che lo assuma per falso. “Almeno due risposte complete per ogni quesito diagnostico e/o peritale“: una soluzione originale e controintuitiva, che aderisce ad una interpretazione di “neutralità” in termini di “par condicio” verso le due ipotesi fattuali; un protocollo che prevede inoltre che l’esperto di salute mentale debba astenersi da assumere prematuramente una posizione, e delegare invece ad altri l’onere della rottura della simmetria diagnostica, mediante una rigorosa applicazione dello strumento del consenso informato; soprattutto, una proposta intesa non come perfezionamento tecnico facoltativo, bensì come imprescindibile adeguamento procedurale del professionista ai vincoli deontologici.
E’ possibile visionare i lucidi della presentazione:
Si allega inoltre una copia in formato .pdf dei lucidi della presentazione, completa di annotazioni.
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